Articoli:
- Eventi a Parigi (2015)
- Un mondo con un progetto comune (2016)
- Lavorare per la pace e la sostenibilità (2010) (Federico Mayor Zaragoza)
- Un messaggio di Maitreya (2007)
- 30 anni di presenza di Maitreya nel mondo contemporaneo (2007)
- Il Giorno della Dichiarazione (2007)
- Domande per i 30 anni di presenza di Maitreya
- Un periodo significativo (2007)
- Energia dorata pervade la sala (2006)
- Suggerimento per i gruppi (2006)
- Una statua della Madonna diventata "carne ed ossa"
- Il Trauma di Londra
- Papa Giovanni Paolo II
- Yasser Arafat
Dichiarazione speciale sugli avvenimenti recenti, Novembre 2015
Dichiarazione del Maestro – tramite Benjamin Creme, 14 novembre 2015
Doloroso come ha potuto essere per il popolo della Francia, il recente tragico evento di Parigi ha aperto la via a Maitreya, onde poter agire prima di quanto sarebbe stato altrimenti. Nella sua tragicità per molte persone, esso ha liberato le Sue Mani. Rammentatevi di ciò e siate pronti per la Sua manifestazione.
Benjamin Creme risponde ad alcune domande sugli eventi a Parigi
D. Significherebbe che questo terribile evento a Parigi ha in qualche modo retto o accelerato la riapparizione pubblica di Maitreya?
R. Per difficile possa sembrare a coloro coinvolti nella tragedia, essa ha aperto a Maitreya, quelle porte che altrimenti sarebbero rimaste chiuse per lungo tempo.
D. Quale fattore negli attacchi di Parigi ha “aperto le porte a Maitreya”?
R. Il grido invocativo da parte dell'umanità in risposta ai molti problemi nel mondo è un fattore; un altro elemento determinante è che un numero sufficiente di persone nel mondo sta rispondendo all'evento di Parigi prediligendo l'amore, l'unità e la tolleranza. L'ampiezza di questa tragedia ha unito molte persone, con modalità per nulla ovvie prima. Un segnale che l'umanità è più vicina all'idea di unità, di quanto si possa presupporre e questo fatto ha colorato la loro reazione. Essi hanno dimostrato di essere pronti al cambiamento per il verso giusto.
D. Gli eventi di Parigi avrebbero potuto essere evitati da parte dei Maestri?
R. Molte persone nei gruppi che lavorano con me e altre persone ovunque nel mondo potrebbero pensare che Maitreya non avrebbe dovuto permettere che questo accadesse. Naturalmente Maitreya conosce la Legge. Egli sa in quale misura può interferire, o detto altrimenti, con il nostro libero arbitrio.
Da Share International, dicembre 2015
Vorremmo pure ricordare ai lettori un articolo del Maestro di Benjamin Creme, significativo oggi come quando è stato pubblicato nel 2001. Ai lettori potrà interessare che, con riferimento agli attentati dell'11 settembre 2001 a New York, al governo americano di allora, la Gerarchia Spirituale consigliò di evitare una ritorsione vendicativa a quanto accaduto. Gli eventi recenti indicano chiaramente che detto consiglio è tuttora valido.
Pace e giustizia per tutti deve essere l'obiettivo; e la condivisione delle risorse planetarie è l'unico modo per concretizzarlo. A giudicare dal desiderio sincero di pace espresso dalla gente comune in tutto il mondo, sembra che un numero sufficiente di persone stia rispondendo come preannunciato da Maitreya: "Il mio cuore conosce la vostra risposta, la vostra scelta, e ne è felice".
"Un periodo di crisi si è abbattuto sul mondo, che saprà ricongiungere molte nazioni in un modo nuovo. L'inquietudine reciproca per il terrorismo ha permesso di conseguire quello che, altrimenti, avrebbe richiesto anni di paziente sforzo. Ancor più incredibilmente, molti cittadini americani si accingono a prendere coscienza delle cause del terrorismo – quali il dolore, il risentimento, la sconcertante disperazione di moltitudini in Oriente, consentendo loro una visione più ampia dei recenti avvenimenti, ed a chiedere cautela al Governo nella propria risposta.
Ma anzitutto, si avverte un nuovo spirito di cooperazione, e un nuovo senso di responsabilità sta nascendo nella mente di molti individui, sia in Oriente che in Occidente. Così, questo terribile attentato, che ha ucciso e mutilato tante persone, nel contempo ha fomentato la fiamma del cambiamento tanto essenziale in questo mondo, dando una spinta ai reticenti. Anche da crimini tanto brutali, può dunque scaturire una maggiore comprensione delle necessità di uomini e donne ovunque, per la giustizia, la libertà e lo stato di diritto."
Leggi l'articolo intero del Maestro - Ribaltare la tendenza all'odio del 2001
Un mondo con un progetto comune
La Pontificia Accademia delle Scienze Sociali ha organizzato un simposio per il 25° anniversario dell’enciclica sociale Centesimus Annus di Papa Giovanni Paolo II (1991).
Il simposio tenutosi il 15 e 16 aprile 2016 verteva su due questioni principali: i cambiamenti economici, politici e culturali degli ultimi 25 anni, e su come la Dottrina sociale cattolica abbia interagito con il mondo finora, e su come intenda proseguire in futuro.
Centesimus Annus era di per sé una celebrazione del 100° anniversario della Rerum novarum , enciclica di Papa Leone XIII su temi sociali nel mondo moderno.
Centesimus Annus venne scritto in un periodo di grandi cambiamenti e sconvolgimenti politici, in una fase senza precedenti in cui l’aumento della ricchezza e del tenore di vita erano minacciati da interessi di sfruttamento. Il suo obbiettivo consisteva nel presentare una visione di libertà in una cornice morale al servizio dell’umanità.
Tra i 35 invitati, economisti, accademici, leader ecclesiastici e politici, vi erano pure il candidato democratico alle presidenziali americane Bernie Sanders, il presidente boliviano Evo Morales, quello ecuadoregno Rafael Correa e il Prof. Jeffrey Sachs, economista e direttore dell’Earth Institute.
Jeffrey Sachs ha iniziato con un esposto su "I cambiamenti nell’economia mondiale dal 1991", evidenziando la prescienza, nonché le avvertenze contemplate nell’enciclica del 1991, tuttavia ignorate. La sfida basilare è che "l’interesse personale deve cedere il passo al Bene Comune".
Ha poi spiegato quanto l'avidità sbrigliata e amalgamata al potere, diventi il motore trainante dell’economia di mercato. Corruzione e crimini rimangono impuniti, i potenti non sono ritenuti responsabili, poiché la cultura dell’impunità e siffatta, da permettere loro di conservare la propria posizione.
Il Prof. Sachs ha sottolineato che negli ultimi 25 anni, la politica economica di entrambi i partiti americani mirava a favorire le multinazionali, gli accordi commerciali e i profitti al di sopra di ogni altra considerazione, con conseguenze disastrose: forte crescita dell’ineguaglianza, degrado ambientale, corruzione, livelli di instabilità finanziaria finora sconosciuti. Gli scandali, sorti per cupidigia e corruzione, dimostrano che le grandi banche agiscono come fossero al di sopra delle leggi. Inequivocabile pure la sua critica per 25 anni di ritardo statunitense verso i problemi climatici.
Egli ha poi abbozzato un elenco dei compiti pratici più urgenti: il primo è di forgiare un nuovo consenso globale sullo sviluppo sostenibile e umano che includa Cina, India, Africa e altri centri di civilizzazione mondiale; il secondo, il più importante secondo lui, è di porre fine all’impunità, riuscendo a parlare francamente dei potenti e facoltosi, compito che può essere angosciante, ma doveroso.
Ha concluso con l’appello ad adottare la visione di Papa Francesco, un mondo con un progetto comune: "Gli obbiettivi di sviluppo sostenibile sono quanto di più affine disponiamo per raggiungere un ordine morale…. Un appello a combinare lo sviluppo economico, con l’inclusione sociale e la sostenibilità ambientale".
Rafael Correa: "il punto chiave è chi ha la voce preponderante in una società, le élite oppure la maggioranza? Il mercato o la società? La grande sfida del secolo sta nel giungere alla supremazia degli esseri umani al di sopra del capitale. L’ordine mondiale non solo è ingiusto, è immorale; tutto questo favorisce i più potenti, la politica dei due pesi due misure è all’ordine del giorno: ad esempio, i beni prodotti dai paesi poveri dovrebbero essere gratuiti, mentre i prodotti di potenze straniere, nonché la conoscenza, la scienza, la tecnologia, sarebbero proprietà privata e dunque a pagamento. Il Mercato è un grande servitore, ma un terribile padrone. Il superamento della diseguaglianza e quindi della povertà è l’imperativo morale maggiore, poiché per la prima volta nella storia, specialmente in America Latina, la povertà non è dovuta a mancanza di risorse o a fattori naturali, bensì la conseguenza di sistemi sleali ed esclusivi. La tematica morale essenziale, dunque è la tematica sociale."
Evo Morales: "Ne abbiamo abbastanza della doppia morale dell’Impero. Parlano di democrazia ma di fatto comanda il Mercato. Nei paesi a sistema capitalistico sono i banchieri e le grandi industrie a finanziare i candidati politici, non importa chi vince. Non sono i governi eletti a governare, bensì le società finanziarie e le multinazionali. L’economia in Bolivia ha intrapreso una riforma per la costruzione di giustizia e uguaglianza."
Bernie Sanders: "Il crescente divario fra ricchi e poveri, la disperazione degli emarginati, il potere sulla politica, non sono fenomeni unicamente statunitensi. Gli eccessi dell’economia globale deregolamentata hanno causato ancor più danno nei paesi in via di sviluppo. Essi soffrono non solo per i cicli espansivo-recessivi delle borse, ma per un’economia mondiale che antepone il profitto all’inquinamento, le compagnie petrolifere alla sicurezza climatica, il commercio d’armi alla pace. E siccome una quota crescente di nuova ricchezza e reddito va a una piccola frazione di chi sta in alto, rimediare a questa grossolana disuguaglianza è divenuta una sfida centrale. E’ un problema che dobbiamo affrontare nella mia nazione e in tutto il mondo. Papa Francesco ha dato alla difficile situazione della società moderna il nome più potente: la globalizzazione dell’indifferenza. I nostri giovani non si accontentano più di una politica corrotta e guasta e di un’economia di aspra disuguaglianza e ingiustizia. Non sono soddisfatti della distruzione del nostro ambiente da parte di un’industria dei combustibili fossili la cui avidità ha messo i profitti a breve termine al di sopra del cambiamento climatico e del futuro del nostro pianeta. Essi vogliono vivere in armonia con la natura, non distruggerla. Esortano a un ritorno all’equità: a un’economia che difenda il bene comune, assicurando che ogni persona, ricca o povera, abbia accesso a sanità, cibo e educazione di qualità. La nostra sfida è prevalentemente morale, per reindirizzare i nostri sforzi e la nostra prospettiva verso il bene comune."
(Fonte: ourfuture.org; pass.va; catholicsnews.com; radiovaticana.va)
Da Share International, giugno 2016 - rubrica Parole Sagge
Federico Mayor Zaragoza
Lavorare per la pace e la sostenibilità
Federico Mayor Zaragoza, ex Direttore Generale dell'Unesco (organizzazione educativa, scientifica e culturale delle Nazioni Unite), è un assiduo lavoratore per la pace e per la promozione della giustizia. Durante i 12 anni a capo dell’Unesco (1987-1999) il Professor Mayor ha dato un nuovo impulso all’organizzazione della missione "per costruire un bastione di pace nelle menti delle genti" per farne un’istituzione al servizio della pace, della tolleranza, dei diritti dell'uomo e della coesistenza pacifica. Sotto la sua guida, l'Unesco creò il Programma Cultura della Pace, i cui obbiettivi ruotano attorno a 5 temi principali: l’educazione alla pace, i diritti umani e la democrazia, la lotta contro l’emarginazione e la povertà, la difesa del pluralismo culturale, nonché la prevenzione dei conflitti ed il consolidamento della pace.
Nell'aprile 2010 il professor Mayor ha gentilmente accettato di partecipare ad una tele-conferenza via Skype con un gruppo di studenti del Programma Internazionale di Master di Museologia all'accademia di Reinwardt per gli studi sull’eredità culturale ad Amsterdam.
Quanto segue è la trascrizione del suo intervento.
Un futuro sostenibile
Che cosa vogliamo lasciare ai nostri figli e ai loro figli?
Non possiamo dare quale lascito alle generazioni future un mondo caratterizzato da confusione e crisi, da un degrado ambientale in costante aumento e da un crescente fossato fra ricchi e poveri.
Non possiamo lasciare loro un mondo in cui siamo stati in balia delle forze di mercato. Questa pratica si è rivelata un miraggio colossale.
Al contrario, dobbiamo essere retti dalla giustizia sociale, dai diritti dell'uomo. Dobbiamo essere guidati dai valori straordinari custoditi nel trattato dei diritti dell’Uomo concepito a livello universale quale fonte d’ispirazione per la nostra etica comportamentale - la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.
Nel 1945, con la creazione delle Nazioni Unite - "noi popoli della terra" - onde preservare le generazioni successive dalla guerra, anziché cooperazione e compartecipazione, anziché essere solidali con i paesi in via di sviluppo, abbiamo scelto lo sfruttamento.
Nel 1974 è stato raggiunto un accordo, ossia che i paesi ricchi avrebbero dato il 0.7 % del prodotto nazionale lordo (PNL) ai paesi in via di sviluppo. Chiunque sappia contare può rendersi conto che ai paesi sviluppati rimarrebbe il 99.3 %. Ma questo a noi non bastava; abbiamo deciso di non dare il denaro direttamente ma di estendere i prestiti - non prestiti bonari, bensì prestiti con interessi.
Malauguratamente, invece di divenire un’istituzione di sostentamento solidale verso i poveri, la Banca Mondiale si è commutata a struttura al servizio dei paesi reggenti per il loro potere e la loro ricchezza.
L’effetto, e in particolare negli ultimi decenni, è stato assai dannoso.
Il potere dei promotori della globalizzazione ha generato immensi danni: c’è chi dice che dovremmo essere guidati non tanto dalla condivisione e dalla giustizia sociale, non da "solidarietà intellettuale e morale" come auspicato dall’Unesco, quanto dalle leggi di mercato. La crisi terribile con cui ci stiamo confrontando ne è il risultato.
Noi, i paesi industrializzati, sfruttiamo ancor più di prima i paesi più poveri. Di fatto, facciamo quel che ci pare. Deprediamo le loro risorse, lasciando che le loro condizioni si deteriorino ogni giorno di più.
È evidente che siamo in una crisi profonda - ma lasciatemi dire - essa comporta pure una grande opportunità. Dobbiamo essere pronti a intraprendere dei cambiamenti radicali, a prendere il futuro nelle nostre mani. Dobbiamo lavorare alla costruzione della pace, e non al preparar la guerra. Le guerre del passato si fondavano su bugie, su programmi strategici miranti al petrolio e al grande potenziale presente in tali nazioni.
Ora ci troviamo ad un punto in cui possiamo attuare un cambiamento tanto importante quanto fondamentale per il futuro, una trasformazione radicale.
Che cosa lasciamo in eredità alle generazioni future? Possiamo dire alle generazioni più giovani che non vivremo più in un'economia basata sulla speculazione, sullo sfruttamento e sulla guerra. Sapete che ogni giorno spendiamo 3 miliardi di dollari in armamenti - il macchinario della guerra? E questo nonostante che in 24 ore, più di 60.000 persone, fra cui almeno 35.000 sono bambini, muoiono da fame. Ogni giorno! Una situazione assolutamente intollerabile dal punto di vista morale, non la possiamo tollerare oltre. Non possiamo tollerare oltre che spendiamo denaro in armamenti quando vi è della gente tanto povera da morire nell’indigenza, senza accesso all'acqua, al cibo, alla sanità, ai trattamenti medici e senza un alloggio.
Il mandato o la missione più rilevante dell'Unesco nel contesto del sistema delle Nazioni Unite sta nel dover promuovere un cambiamento da una cultura di forza, di dominio, di violenza, da una cultura della guerra ad una cultura del dialogo, della riconciliazione e dell'alleanza, ad una cultura di pace.
Per raggiungere questo risultato dobbiamo levarci in piedi, manifestare che non accettiamo più una globalizzazione basata sulla supremazia dei paesi più ricchi. Essi hanno abbandonato le Nazioni Unite: hanno generato la plutocrazia - il G7, il G8 ed ora il G20. Questa divisione è insostenibile. Come fronteggiare la situazione?
Abbiamo bisogno nuovamente di Nazioni Unite forti e importanti, dove ciascuna Nazione sia rappresentata equamente. Le Nazioni Unite necessitano di una riforma, in modo che tutti i paesi insieme siano guidati dai valori etici contemplati nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Ora abbiamo la possibilità di cambiare la nostra cultura e la nostra economia, di trasformarla in una cultura basata non sulla guerra ma sullo sviluppo sostenibile globale. La sostenibilità per tutti implica che dobbiamo produrre del cibo per tutti; con le conoscenze attuali è fattibile, oggi possiamo nutrire 6.5 miliardi di persone, sfamare ognuno.
Dobbiamo rammentarci gli Obiettivi del Millennio che sono stati espressi. Con un investimento di 6 miliardi di dollari annui potremmo fare una differenza immensa. Dobbiamo produrre acqua. Possiamo produrre cibo e sappiamo preservare la gente in buona salute. Siamo in grado di fornire alloggi, istruzione e mezzi di trasporto.
Innanzitutto, dobbiamo creare una cultura di pace. Mettiamo fine alla prepotenza e facciamoci promotori di una cultura dell’ascolto, del conversare, del rispetto e della tolleranza, cosicché il risultato finale sia la transizione da una cultura di divisione e di ostilità ad una cultura del dialogo e della pace.
Da Share International, giugno 2010
Un messaggio di Maitreya
Lo scorso 27 settembre 2007, Benjamin Creme è stato intervistato per un documentario televisivo al Centro informazioni di Share ad Amsterdam. Al termine delle riprese, Maitreya, congiuntamente alla Benedizione, ha dato il seguente messaggio per tramite di Benjamin Creme.
Miei cari amici, in questo momento sono vicino a voi.
Molti di voi hanno atteso a lungo la mia presenza. Sono in procinto di manifestarmi dinanzi a tutta l'umanità, e di iniziare la mia missione pubblica.
Non v'è alcuna distanza fra noi, siate consapevoli di questo fatto e comprendetelo.
Quando mi chiedete di aiutarvi, tramite la "mano" oppure in modo diretto, questo aiuto, dovreste sapere, è assicurato. E' possibile che non vi rendiate conto che l'aiuto è stato dato, ma è così.
Confidate nel mio aiuto, poiché é per aiutarvi che sopraggiungo.
Auspico esortarvi a procedere con Me, per il bene di tutti.
Questo fornisce l'occasione per progredire più rapidamente, più di quanto non abbiate fatto finora, conducendovi così ai Piedi di Colui che chiamiamo Dio.
Noi lasciatevi intimorire dai molteplici problemi che si presentano quasi ogni giorno nel mondo. Questi eventi sono temporanei e presto l'umanità riuscirà a comprendere che ha davanti a sé un futuro permeato di luce. Questo è quanto avverrà.
30 anni di presenza di Maitreya nel mondo contemporaneo
La rivista di luglio-agosto 2007 contiene un compendio di 20 pagine sulla riapparizione graduale di Maitreya, consultabile nei sito inglese e in varie altre lingue. Vi proponiamo la parte tradotta in italiano.
Il Giorno della Dichiarazione
Quando l'emergenza graduale di Maitreya sarà completata, egli presenterà se stesso al mondo in una trasmissione televisiva il Giorno della Dichiarazione. Ciascuno di noi sentirà interiormente le Sue parole, telepaticamente e nella sua propria lingua, e nel contempo avverranno centinaia di migliaia di guarigioni spontanee ovunque nel mondo. Non lascerà alcun dubbio sul fatto che egli è l'Istruttore mondiale e questo evento singolare contrassegnerà l'inizio della sua missione pubblica.
Qui presentiamo la descrizione di Benjamin Creme sul Giorno della Dichiarazione e alcuni estratti scelti dagli articoli del suo Maestro su questo tema.
Il Giorno della Dichiarazione, vedremo il volto di Maitreya alla televisione. La dichiarazione biblica "Ogni occhio Lo vedrà" sarà convalidata nel solo modo concretizzabile.
Vedremo il Suo viso, ma non parlerà. I Suoi pensieri, le Sue idee, il Suo appello all'umanità per la giustizia, la condivisione, giusti rapporti e la pace, giungerà a noi nel silenzio, telepaticamente. Ognuno di noi avrà così modo di ascoltarlo interiormente nella propria lingua. Egli riproporrà su scala mondiale la reale evenienza della Pentecoste di 2000 anni fa.
Nel contempo, l'energia da Lui incarnata – il Principio Cristico, l'energia dell'Amore – potrà fluire nei cuori di tutta l'umanità con elevata potenza. Maitreya ha spiegato: "E' come se abbracciassi il mondo intero, la gente lo percepirà persino fisicamente". Questo invocherà una risposta intuitiva profondamente sincera al Suo messaggio.
Simultaneamente, sul piano esteriore, oggettivo, quello fisico, da una parte all’altra del pianeta vi saranno centinaia di migliaia di guarigioni miracolose. Con questa triplice dimostrazione sapremo che Maitreya é il Cristo, l'Istruttore Mondiale, sopraggiunto per qualunque gruppo, religioso e non-religioso, in qualità di educatore nel senso più ampio del termine, per aiutarci nell'adempiere il nostro destino quali incarnazioni divine. (da La Missione di Maitreya, volume 2, di Benjamin Creme).
Presto, il viso di Maitreya potrà essere osservato da migliaia di persone nel mondo. La televisione ha reso possibile all'Avatar di entrare nelle case di innumerevoli persone, di raggiungere i loro cuori con parole semplici. Apparizioni analoghe si succederanno, fino a che tutto il mondo ascolterà e replicherà. A questo modo, il mondo saprà che Maitreya il Cristo è fra noi, preparato per insegnare ed accompagnarvi, indicandovi la via, onde distanziarci dall'abisso e per ispirare la realizzazione di una nuova era per l'umanità. (da Un maestro parla, di Benjamin Creme).
Non appena vi sarà una risposta adeguata al Suo messaggio, la gente chiederà ai media di fornirgli la possibilità di esprimersi e sviluppare così ulteriormente le Sue idee ad un pubblico esteso, su scala mondiale. Le reti televisive internazionali saranno pertanto collegate e assisteremo all'avvenimento più straordinario, della nostra esistenza e nella storia del mondo, unico e senza precedenti.
Maitreya presenterà una breve storia del mondo; la parabola del nostro percorso, dal livello straordinario cui proveniamo fino alla degradazione nella quale siamo precipitati.
Ci esorterà caldamente al cambiamento, esponendoci una visione del futuro, un futuro senza precedenti nella storia del mondo, per mezzo della più stupenda e straordinariamente brillante civilizzazione che il pianeta abbia mai conosciuto.
Così si prospetta il futuro dell'umanità nell'Era dell'Acquario ai suoi primordi, nel quale il mondo disporrà di energia pulita proveniente direttamente dal sole per il proprio fabbisogno, in cui lo sviluppo dell'ingegneria genetica consentirà di riprodurre i nostri organi autonomamente; non sarà più necessario soggiornare in ospedale nell'attesa, talvolta vana o implicante rischi e rigetti, che si presenti l'opportunità di un trapianto; basterà recarsi in clinica ambulatoriamente e qualche ora dopo si avrà il nuovo organo, cuore, reni, fegato, ricostituito dalle proprie cellule.
La gente potrà perciò vivere pienamente la propria vita, conservando a lungo maggior vitalità. Tutto quanto è necessario sarà possibile una volta stabilita la condivisione delle risorse planetarie, prerogativa che genera fiducia. E non appena la fiducia regnerà fra le nazioni, assisteremo alla pace fra le nazioni. (da Il Grande approccio, di Benjamin Creme).
Il futuro è ricco di inimmaginabili promesse per l'umanità. Il Giorno della Dichiarazione segnerà l'inizio di un processo di trasformazione del mondo che condurrà ognuno ai massimi livelli di conseguimento. In quel giorno uomini e donne ovunque faranno l'esperienza dell'aspetto amore della natura di Dio, riconoscendo questo amore come proprio.
Attraverso i loro cuori fluirà il fascio luminoso di Maitreya, evocante in loro una comprensione complessivamente rinnovata. Orientata e ispirata in tal senso, l'umanità saprà accogliere pienamente il Suo appello alla ripartizione di ogni genere di risorsa e alla giustizia e basandosi sui suoi saggi consigli saprà rinnovare questo mondo.
Non senza motivo Egli ha atteso tanto, fino ad oggi, per riapparire. Soltanto oggi l'umanità sta compiendo i passi necessari per riordinare la propria dimora. Di conseguenza soltanto adesso Egli può proporsi pubblicamente agli uomini per accompagnarli oltre. (dal Maestro di Benjamin Creme, da "Il Grande Lord riappare, un Maestro parla).
Ogni giorno trascorso, avvicina il Giorno della Dichiarazione, quando Maitreya si presenterà pubblicamente al mondo intero. In questo lieto giorno la gioia condivisa di uomini e donne ovunque, riuscirà a sublimare l'attuale scenario appannato da ansie e preoccupazioni.
I tormenti e le minacce attuali non sono che il preludio ad un'era di pace e cooperazione, in cui l'umanità si impegnerà in modo sereno e solidale a riparare i torti del passato, ad instaurare la giustizia fra le nazioni, a risolvere le antiche querele e ad onorare il diritto internazionale.
Quando gli uomini volgeranno lo sguardo al passato lo vedranno come il buio tenebroso della notte che precede l'alba più splendente, e saranno entusiasti d'aver preso parte a questo periodo ricco di avvenimenti.
Il mondo attende l'Istruttore. L'Istruttore attende l'opportunità di manifestarsi per insegnare e servire apertamente. (dal Maestro di Benjamin Creme, da "Il buio prima dell'alba", un Maestro parla).
Da Share International luglio-agosto 2007
Domande pubblicate per i 30 anni di presenza di Maitreya nel mondo contemporaneo
D. Ho letto le sue informazioni su Maitreya ma non saprei come collocarle nella mia vita di tutti i giorni. Ci credo ma mi sembrano così irreali; mi potrebbe aiutare?
R. L'avvento di Maitreya è connesso alla trasformazione mondiale: al cambiamento nel nostro modo d'intendere i bisogni del pianeta, all'equilibrio ecologico, alla trasformazione del sistema economico, affinché ognuno disponga di cibo e cure in modo appropriato; al mutamento globale nei rapporti fra le persone. Il comprendere pienamente che l'umanità è una, dimostrerà l'assoluta necessità di questa radicale trasformazione. In sostanza, si tratta di cambiare il mondo.
Lei non è solo su questo pianeta e si accorgerà dunque che questi cambiamenti concernono sia lei che la sua vita, fatto che le permetterà una comprensione più profonda della realtà e del significato della manifestazione di Maitreya. Egli non giunge solo, ma con un gruppo di esseri perfezionati, i Maestri di Saggezza.
Non appena l'umanità prenderà seriamente i consigli di Maitreya e dei Maestri, il processo della trasformazione del mondo avrà inizio, fino ad includere ogni aspetto della vita. Questo processo ovviamente coinvolgerà sia lei che ogni altra persona. Provi a considerare la Riapparizione di Maitreya in questi termini e presumo otterrà una comprensione più ampia di quanto rappresenti per tutti noi.
D. Qual'è secondo Maitreya il problema mondiale più urgente?
R. La causa che lo impegna maggiormente è il poter salvare i milioni di sfortunati che muoiono di fame in un mondo di abbondanza. Egli precisa che nient'altro lo affligge quanto tal vergogna: "questo crimine di separazione va eliminato dal pianeta, e affermo ciò quale mio proposito".
Dunque il suo proposito principale consiste nell'avvalorare la nostra unità, ovunque viviamo a prescindere dal nostro colore, ambiente e credo: le necessità sono le stesse per ognuno.
Maitreya valuta di ugual rilievo e urgenza la salvezza del pianeta dalla distruzione verso la quale è confrontato per il nostro uso smodato delle risorse planetarie. Oggi, dopo anni di avvertimenti dal mondo scientifico, i governi sono sempre più consapevoli che il surriscaldamento globale è una realtà. Questo problema è oggi compreso in una certa misura, ma quanto l’umanità ne sia responsabile, non è ancora capito da tutte le autorità delle varie nazioni.
E questa è una delle più importanti prese di coscienza da realizzare, in quanto almeno l'80% del surriscaldamento è dovuto all'attività umana: se ciò perdura, provocherà ripercussioni drastiche sulla nostra esistenza.
Solo Maitreya e i Maestri dispongono dell'esatta conoscenza su come procedere; noi però già sappiamo qual'è il primo passo da intraprendere (ridurre le emissioni nocive, ecc.), mentre quanto sia urgente l'agire in questo senso, probabilmente non viene pienamente compreso dai governi.
Per questa ragione Maitreya enfatizzerà l'urgenza di azioni concrete. La distruzione forestale, per esempio, pensando che un'area vasta quanto il Belgio è distrutta annualmente nel Centro e Sudamerica, causa profondi effetti sull'ossigeno globale fruibile. La principale azione di Maitreya è incentrata sulla condivisione delle risorse planetarie: la derivante fiducia aprirà la via verso la soluzione di ogni ulteriore problema, nazionale ed internazionale.
D. Quando Maitreya sarà apertamente accettato, la sua relazione con l'umanità sarà gioviale? In una certa misura assumerà la direzione su temi particolari oppure darà solo dei consigli?
R. Egli è qui per consigliare, guidare e insegnare. Non è qui per dirigere le nostre azioni, è un Insegnante. Maitreya, e i Maestri, che sono i suoi discepoli diretti, offriranno l'elevata conoscenza ed esperienza di cui dispongono. Maitreya presenterà un profilo d'orientamento globale ragionevole che inglobi l'unità dell'umanità, l'esigenza fondamentale di equa spartizione delle risorse, la cessazione di guerre e terrorismo, prerogativa per risolvere i problemi internazionali. Nella misura in cui sapremo comprendere ciò, provvederà ad elargirci l'aiuto che sappiamo usare, ma noi dobbiamo volere queste trasformazioni liberamente, volutamente, e con gioia operare i cambiamenti necessari. I Maestri non sono qui per dirci cosa fare. Maitreya ha spiegato: "Io sono solamente l' Architetto del Piano; voi, miei amici e fratelli, siete i costruttori di vostro buon proposito del Raggiante Tempio della Verità", inteso come tempio della nuova civilizzazione.
D: Se crediamo di riconoscere Maitreya mentre si rivolge ai media, prima di essersi dichiarato quale Maitreya, che atteggiamento dovremmo assumere? Come agire rispetto ai media?
R. L'unica cosa che dovremmo compiere in relazione al mondo mediatico è far sapere che Maitreya e i Maestri sono presenti nel mondo; non è compito nostro additarlo ai media. Anch'essi, come tutta l'umanità, debbono giungere personalmente al riconoscimento. Se la gente crede, correttamente o meno, che Maitreya è il Cristo, l'Imam Mahdi, il Buddha Maitreya, il Messia, l'Avatar Kalki o un'altra figura, e per questo fatto ne accetta i consigli, non significa ancora che abbia accettato di intraprendere le trasformazioni imprescindibili, onde preservare il pianeta e i suoi abitanti. E' basilare riconoscere Maitreya, non perché crediamo sia Colui che aspettiamo, ma perché concordiamo con quanto dice, poiché auspichiamo avvenga quanto egli afferma sia necessario per il mondo: giustizia, condivisione e libertà per ogni essere umano, e non perché crediamo Egli sia l'Istruttore del Mondo o un grande essere spirituale.
D. Per la sua prima intervista pubblica, Maitreya assumerà le sembianze fisiche sue proprie – come è veramente – o farà uso di una "guisa" – come avviene da anni quando appare a qualcuno?
R. Quando appare a qualcuno di solito utilizza una forma familiare all'interlocutore, una forma mediante cui Egli manifesta una parte della Sua consapevolezza. Ma quando si presenterà pubblicamente al mondo intero, pur non utilizzando il nome Maitreya, apparirà come è nella sua forma reale, nel suo Mayavirupa, il corpo auto-creato per rivelarsi al mondo.
D. Ci sono situazioni in cui già ora si manifesta a delle persone nella sua forma reale? Se sì, da cosa dipende?
R. Sì, dipende dall'affinità al Suo lavoro cui sono ingaggiate le persone.
D. Lei ha menzionato che una delle priorità di Maitreya sarà di trovare soluzioni al conflitto in Medio Oriente, il quale non sarà risolto fintantoché Egli non sarà effettivamente apparso pubblicamente a tutti. Ciò perché le differenti popolazioni coinvolte in Medio Oriente (Musulmani, Ebrei e Cristiani) Lo approveranno quale Istruttore del Mondo, riconoscendolo come Colui giunto per operare a favore di tutti loro, e che di conseguenza il loro separatismo inizierà a modificarsi?
R. I fondamentalisti di ogni religione saranno verosimilmente gli ultimi a riconoscere Maitreya, ma alla fin fine ci riusciranno. La complicata questione Palestinesi/Israeliani - perno dei problemi della regione – presumo sarà risolta solo con l'operato di Maitreya, sebbene nemmeno lui possa imporre una soluzione, ma solo offrire suggerimenti. Ma il consenso che susciterà in innumerevoli milioni di persone nel mondo quale insegnante spirituale e guida, renderà più facile per i più radicali degli ebrei Israeliani e dei musulmani Palestinesi l'accettare l'esigenza di vivere vicini, di comune accordo. E questo potrà avverarsi soltanto quando giustizia sarà resa ai Palestinesi.
Quando si potrà vedere che giustizia è compiuta, pienamente, allora la soluzione sarà accettata da parte musulmana e, seppur a malincuore, anche dagli Israeliani. Dovranno infine imparare a vivere fianco a fianco e ciò è raggiungibile solo in condizioni di giustizia, diversamente vi sarebbe una guerra permanente fra le due parti.
Finché non sarà risolto il conflitto in Medio Oriente non vi sarà pace nel mondo e, si sa, se non vi sarà pace, il futuro dell'umanità potrebbe essere davvero tetro. I musulmani aspettano l'Imam Mahdi e gli ebrei attendono il Messia, e molti di loro saranno inclini a riconoscere Maitreya; questo evento, ne sono certo, saprà alleviare l'ostilità fra di loro. Ma il punto importante è rendere giustizia ai Palestinesi.
La Cisgiordania, tutta, è stata donata dal precedente Re Hussein di Giordania quale terra natia ai Palestinesi, e non solo la frazione che é stata loro offerta finora. Debbono poter far ritorno alla propria terra 4.7 milioni di rifugiati, principalmente dal Libano, e lo status di Gerusalemme, di primaria importanza per musulmani, ebrei e cristiani, va modificato, a città aperta e centrale per tutti e tre i gruppi. Credo ci vorrà Maitreya per raggiungere questa conciliazione, ma con il suo intervento essa sarà fattibile.
Un periodo significativo
Intervista con il Dr. Ervin Laszlo - di Felicity Eliot per Share International
Il Dott Ervin Laszlo è co-fondatore del Club di Roma e presidente del Club di Budapest - due organizzazioni consacrate "all'impegno tramite la trasformazione verso un mondo sostenibile".
Filosofo e teorico dei sistemi, del suo cosiddetto "quinto campo", egli descrive un campo quantico integrativo cosmico e consapevole con conseguenze pratiche di vasta portata, non solo per la scienza ma anche per tutti i sistemi sociali. Per il Dr. Laszlo scienza e filosofia si congiungono a coda di rondine; ed è essenziale che cominciamo a vedere il nostro mondo e ogni forma di vita come interconnessi. Il Dr. Laszlo è stato uno dei primi rappresentanti nell'area della filosofia dei sistemi e della teoria generale dell'evoluzione; ha pubblicato oltre 70 libri e 400 articoli, ed è redattore della rivista scientifica World Futures: The Journal of General Evolution.
Fra i suoi molti libri tradotti in italiano troviamo:
- Tu puoi cambiare il mondo. Istruzioni per l'uso del XXI secolo
- Il punto del caos . Guerre, catastrofi naturali, sistemi sociali in difficoltà: che cosa fare prima che sia troppo tardi?
- Olos. Il nuovo mondo della scienza
Nel corso della sua lunga carriera accademica come professore di filosofia, filosofia dei sistemi e scienza futura, ha lavorato insegnando e svolgendo ricerca in una gamma di rinomate università negli Stati Uniti, in Europa e in Estremo-Oriente. È anche pianista ed ha registrato parecchi concerti. Il Dr. Laszlo vive in Toscana, e Felicity Eliot lo ha intervistato telefonicamente.
"L'umanità è di fronte alla scelta fra lo sprofondare nel caos oppure evolvere verso una comunità globale, etica e sostenibile. In tutta la storia non vi è mai stato un momento più potente per compiere un cambiamento cruciale su scala mondiale", spiega il Dr. Laszlo.
Sia nello scrivere, sia quando è intervistato, ogni volta che si esprime il Dr. Laszlo emana una sensazione di urgenza frammista a serenità. All'inizio dell'intervista ha spiegato che noi, l'umanità, il mondo, il pianeta, stiamo andando in contromano, che l'insieme dei nostri sistemi è in uno stato di crisi a livelli differenti e di come i processi alla base dell'esistenza, sia individuale che collettiva, stiano per crollare. Conoscete il detto cinese, ha aggiunto: "Se non cambiamo direzione, con tutta probabilità arriveremo dove siamo diretti".
Alla mia domanda su quanto urgente sia la necessità di cambiamento, la sua risposta fu esplicita.
EL: Non ci rimane molto tempo. Sarebbe opportuno optare per la sicurezza e invece ci stiamo avvicinando al bordo del precipizio; e sapete cosa succede in queste circostanze: il passo diventa insicuro, la stabilità viene meno, si inizia a scivolare e in seguito è arduo recuperare il passo.
Il Dr. Laszlo spiega che le sue valutazioni e quelle di molti altri, indicano che urgono cambiamenti significativi - una vera svolta entro cinque anni; nel contempo, ci giunge ogni sorta di avvertimento dai più disparati settori per sollecitare il cambiamento.
SI: Potreste fornire alcuni esempi specifici?
EL: Tanto per cominciare, sembra emergere una consapevolezza comune che ci induce ad aspettarci un cambiamento. Il nostro ambiente è in uno stato di crisi, avvertendoci in modo chiaro che qualcosa va intrapreso. Ci confrontiamo quotidianamente con problemi correlati al clima e che vanno trattati seriamente. Questi cambiamenti climatici minacciano la sussistenza di intere comunità, di superfici immense.
In realtà, le sofferenze del pianeta coinvolgono tutti noi; dobbiamo renderci conto che ogni cosa è interconnessa e stiamo cominciando ad accettare questo fatto.
Constatiamo la penuria d'acqua, periodi di siccità sempre più lunghi, le difficoltà dei contadini per produrre il cibo necessario; i deserti si espandono. L'inquinamento è un problema terribile.
Un altro processo a cui assistiamo concerne l'insostenibile aggravarsi del fossato fra ricchi e poveri. Dia inoltre un'occhiata ai livelli di povertà e di sovraffollamento in numerose delle città più vaste del pianeta.
Di conseguenza, se si osservano i fatti reali di uno o l'altro di questi processi, emerge chiaramente che non si può più procedere a questo modo; è del tutto impossibile. Per questo dico, come del resto molti altri, che siamo giunti a un momento cruciale dove più che mai urge un cambiamento fondamentale. Il problema è che molti esperti e alcuni politici pensano sia possibile occuparsi di questi problemi separatamente; credono di poterne risolvere uno per poi affrontare il prossimo, uno alla volta.
SI: E lei non concorda con questo metodo di approccio?
EL: No, non è pragmatico. Ogni cosa è interconnessa – e tutti questi processi sono concatenati fra loro. La degradazione o la distruzione in un settore, urta contro tutti gli altri sistemi. Prendiamo il surriscaldamento globale, o l'uso dei combustibili fossili con i rispettivi tassi di consumo ed emissioni di CO2, il conseguente effetto sulla nostra salute e sulla nostra capacità di nutrirci, per non parlare del lasciare un pianeta vivibile ai nostri figli e alle generazioni seguenti. Noi invece stiamo sacrificando il nostro pianeta, la nostra salute, i nostri figli a favore dell'economia.
SI: Lei sa certamente che alcuni scienziati sostengono che il cambiamento climatico non è così grave come si suppone, che si è esagerato, che si tratta semplicemente di catastrofismo.....
EL: Non voglio fare nomi ma ho avuto modo di riscontrare che vi sono persone con determinati interessi acquisiti che fanno pressione per occultare le informazioni concernenti la distruzione ambientale, il cambiamento climatico e l'inquinamento. Ci sono scienziati pagati per screditare l'idea del surriscaldamento globale. Il movente è di nuovo il profitto.
SI: In alcuni libri e nei suoi articoli, lei presenta una visione della vita piuttosto inconsueta, incentrata sulla già accennata nozione di interconnessione totale, potrebbe approfondire il tema?
EL: A dire il vero sono sempre sorpreso quando noto che qualcuno non capisce questo punto, per me così evidente. Tutti i processi, tutti i sistemi, tutta la vita - tutto è interdipendente. Quello che accade in un luogo ha un influsso anche altrove. Ora, con la fisica quantistica, comprendiamo scientificamente questo fatto; ma già lo si conosceva attraverso la filosofia antica di secoli, e lo possiamo constatare ogni giorno a ogni livello. Stiamo iniziando a capire che nel nostro universo vi è un principio di "non-località". Come già detto, per non-località s'intende che tutto è interconnesso, e può essere descritta anche come "coerenza". È stato dimostrato e misurato con svariati esperimenti che le particelle – attraverso qualche procedimento - sembrano "sapere" cosa stanno facendo altre particelle, e in questo consiste la non-località. Inoltre, l'informazione è nota o trasferita istantaneamente da qualsiasi distanza. Significa che cominciamo a vedere il tempo e lo spazio in modo nuovo, fino a trascenderli. Ciò vale per il nostro pianeta, per l'universo ed indubbiamente per noi esseri umani.
SI: Ciò riveste un'enorme importanza su come ci relazioniamo a ogni altra forma di vita sulla terra, compresa la nostra relazione con gli altri.
EL: Sì. Nel mio libro Il punto del caos, parlo dell'esigenza di una nuova moralità.
Si: Quali sarebbero le basi per una nuova moralità, che presumo debba soddisfare ognuno, superando le differenze religiose, etniche e nazionali?
EL: Senza dubbio vi sono molte affinità nella maggior parte delle religioni, ma non tutti hanno un riferimento religioso. Inoltre, una nuova moralità dovrebbe unire. Il vecchio detto vivi e lascia vivere ha convissuto a lungo con altri codici etici, ma ritengo che ora vada considerato come un'idea lacunosa. Essa include la tolleranza ma anche l'indifferenza, e proseguendo nell'applicarla significherebbe che è accettabile che gli ultraricchi continuino a vivere come fanno, ignorando i poveri; oppure che deve essere tollerato che alcuni scelgano di distruggere le foreste, di inquinare l'aria ed i fiumi, o di compromettere i mari con la pesca eccessiva, oltre allo sfruttare i propri simili. Abbiamo bisogno di imparare a semplificare il nostro modo di vivere affinché tutti possano condurre una vita decente.
Si: Ciò ricorda Gandhi.
EL: Sì, Gandhi disse: "vivi semplice in modo che gli altri possano semplicemente vivere."
Dobbiamo usare solo quanto serve davvero per vivere, ossia semplificare le nostre abitudini. È dunque imperativo orientarsi verso la cooperazione, distanziandoci dalla competizione, sia nelle scelte individuali che collettive.
SI: Gli scettici potrebbero obiettare che sostiene una diminuzione dello standard di vita o addirittura un retrocedere nel passato.
EL: No no, al contrario. Sto implorando per accrescere la qualità di vita, che è in contrasto con la quantità, allontanandoci dalle soddisfazioni puramente materiali. Di che cosa abbiamo veramente bisogno per essere felici? Quali sono le nostre vere necessità?
SI: Ritiene che la gente comune sarebbe d'accordo e che vuole semplificare la propria vita?
EL: Milioni di persone vivono in estrema povertà, e questo è un fattore propulsivo al cambiamento.
L'attuale suddivisione delle risorse oltre che ingiusta è insostenibile, e per questo motivo milioni di persone sollecitano un cambiamento. Vi sono poi milioni di persone che a volte vengono definiti i "creativi culturali", persone idealiste che vivono adottando dei criteri per il rispetto dell'ambiente, della propria comunità, per un maggior benessere comune: sono attenti al loro modo di vivere; esigono migliori condizioni di vita per tutti. Non sono materialisti e la qualità di vita è per loro un criterio fondamentale.
Non possiamo sostenere i nostri esagerati ed eccessivi consumi, e gli obbiettivi di crescita economica sono quantomeno discutibili. I nostri sistemi attuali soggiacciono all'avidità e questo non può durare nel tempo.
SI: Ritiene che il sistema economico e finanziario globale possa reggere?
EL: No di certo. Perlomeno superficialmente, l'economia potrebbe apparire ragionevolmente in forma, ma un gran numero di esperti, persino del Fondo Monetario Internazionale, come nel loro Economic Outlook 2005, indicano che un assestamento è ineluttabile. Questo aggiustamento potrebbe essere repentino.
A questo punto ho chiesto al Dr. Laszlo di commentare alcune tipiche affermazioni, iniziando con: "sono soltanto un piccolo individuo; non posso cambiare il corso degli eventi".
EL: Essa si basa sull'idea che si è soli, disuniti, e non corrisponde al vero. Voi potete essere il cambiamento. Potete dapprima cambiare voi stessi, per poi aumentare il vostro influsso nella società: lavorando assieme ad altri l'effetto sarà ancor più potente. E' così facile oggigiorno associarsi ad altri!
SI: E' il mercato che decide. Le forze del mercato spartiscono i benefici e la teoria delle ricadute economiche funziona bene.
EL: L'idea qui è che la vita sia una lotta spietata e sottintende ovviamente che, si sia soggetti ad una feroce competizione. Inoltre ci aiuta a giustificare in modo sbrigativo la miseria degli altri. In un certo senso la si può definire un mito di conforto, ma pur sempre un mito.
SI: Il consumismo è buono: più si ha più si è felici.
EL: È interessante esaminare i risultati delle indagini fatte. Sembra che la ricchezza non renda più felici i ricchi. E perfino nel paese più potente del mondo, dove il sogno americano è dato come grande obiettivo comune cui aspirare, e nonostante l'elevato benessere materiale, emerge quanto più gente che mai sia depressa, scontenta, insoddisfatta di se stessa e della propria esistenza. Dovremmo chiederci il perché di tutto ciò.
In effetti, dobbiamo pensare a come possiamo evolvere entrambi, sia in quanto individui che quale società interconnessa, affinché si trovi un modo di vivere che permetta anche agli altri di vivere. Come possiamo raggiungere un mondo pieno di fiducia, sicuro per tutti, senza emarginati né affamati, dove ognuno può ricevere le cure di cui ha bisogno; in cui ognuno ha una voce e può esprimere la propria opinione riguardo al funzionamento e alle priorità della propria comunità. Come possiamo essere certi che i politici ed i funzionari servano effettivamente la gente? Come possiamo conservare il nostro pianeta, assicurarci di poter respirarne l'aria, berne l'acqua: lavorare con la natura piuttosto che sfruttarla? Ora è di importanza fondamentale il cambiamento. Disponiamo delle conoscenze per realizzare questo cambiamento. Possiamo compiere un passo innovativo piuttosto che dover affrontare un collasso; ma dobbiamo agire adesso - questo potrebbe essere un periodo particolarmente significativo.
Da Share International luglio-agosto 2007
Per la versione originale inglese: www.share-international.org/
Per ulteriori informazioni: www.clubofbudapest.org
Energia dorata pervade la sala durante una conferenza di Benjamin Creme in Olanda
Vi presentiamo due fotografie scattate "durante e prima dell'inizio" della conferenza pubblica di Benjamin Creme ad Amsterdam nel Settembre del 2006.
All'inizio della conferenza un partecipante dalla Germania, ha scattato una fotografia nel momento esatto dell'adombramento da parte di Maitreya di Benjamin Creme, subito dopo il suo arrivo sul palco.
L'adombramento (inteso come propagazione d'energia) avviene ad ogni sua conferenza e, di tanto in tanto, qualcuno riesce a fotografarlo: qui vi proponiamo l'ultimo esempio straordinario.
L'adombramento da parte di Maitreya sembrava perdurare quasi costantemente per tutta la serata; fatto palpabile non solo fra quanti sono familiari a queste propagazioni di energia, bensì fra tutto il pubblico. Dopo l'adombramento finale, il coinvolgimento delle persone per l'esperienza vissuta era lampante: infatti l'impressione era che nessuno volesse lasciare la sala o "rompere l'incantesimo".
Suggerimento per i gruppi
(da lettere all'editore, Share International dicembre 2006)
Il 17 ottobre 2006 avevo un incontro con un membro del nostro gruppo di Meditazione di Trasmissione. Strada facendo, riflettevo sul Maestro Gesù e sulla coscienza di gruppo.
Stavo per attraversare lo "Stone Bridge" a Regensubrg, quando un pezzetto di carta bianca (vedi foto) situato in cima alla ringhiera ha richiamato la mia attenzione. Questo fatto è abbastanza insolito in quanto sul ponte c'è sempre vento. Quando lessi lo scritto ero più che meravigliata:
Nomina sei ostacoli, i quali possono compromettere il successo del lavoro di gruppo:
- - La relazione influenza il contenuto.
- - Il contenuto influenza la relazione.
- - Paura ad ingaggiarsi/farsi coinvolgere
- - Disunità
- - Mancanza di motivazione
- - Pigrizia
Il pezzetto di carta è stato manifestato da un Maestro?
Josef Amling, Regensburg, Germania
Il Maestro di Benjamin Creme ha confermato che esso è stato manifestato dal Maestro Gesù.
Il "pezzetto di carta bianca" trovato sullo Stone Bridge di Regensburg, in Germania.
Una statua della Madonna diventata "carne ed ossa"
Una statua della Madonna in una piccola città italiana è stata vista mentre muoveva gli arti e l'intonaco si trasformava in "carne ed ossa". Nel fine settimana del 23 e 24 luglio 2005, i visitatori della chiesa di San Pietro, in provincia di Napoli, hanno visto parte dell'intonaco della statua "assumere sembianze umane", le sue ginocchia muoversi e una croce apparirle sul petto.
"Ieri sera ho visto estendersi il lobo del suo orecchio e diventare carne, proprio come il suo naso che ha assunto un colore roseo", ha affermato Maria, una delle testimoni. "La sua veste si è trasformata in un velo lasciando trasparire le gambe". Domenico, un altro testimone di 45 anni, racconta: "Le gambe si facevano man mano più pronunciate e le ginocchia si sono mosse in avanti, fino a stendere le pieghe del vestito bianco, anch'esso di marmo. Non è suggestione, molti di noi l'hanno visto realmente".
La statua in marmo e intonaco misura m 1.60 ed è stata realizzata di proposito per l'apertura della chiesa nel dicembre del 2004. E' stata collocata su di un piedistallo adiacente all'altare e rappresenta la Madonna che tiene un rosario e una croce, e indossante un vestito aderente bianco. Le addette alle pulizie avevano già notato precedentemente la statua muoversi, ma non hanno detto niente per timore di non essere credute.
Alcuni testimoni hanno ripreso il fenomeno con la videocamera dei cellulari, e si ritiene che anche il movimento dei passi sia stato filmato. Le immagini del miracolo sono state mostrate nei notiziari del mondo intero. Sembra però che non vi siano state videocamere comuni a riprendere queste trasformazioni. Le immagini fotografiche sono state trasmesse al vescovo locale, il quale resta scettico e dovrebbe decidere se designare una commissione per valutare se abbia avuto luogo un miracolo.
Il sindaco di Acerra, Espedito Marletta, pur essendo un membro della profondamente non religiosa Rifondazione Comunista, crede che il "miracolo" sia un segno dell'angoscia della Madonna riguardo agli attacchi terroristici ed un'implorazione alla pace.
(Fonte: timesonline.co.uk, UK; www.ansa.it, Italy).
(Il Maestro di Benjamin Creme conferma che si tratta di un miracolo manifestato dal Maestro che a suo tempo fu la Madonna.)
Il Trauma di Londra
commento di Benjamin Creme
L'entusiasmo per la candidatura olimpica ha permesso ai londinesi di dimenticare, per un attimo, la costante minaccia per la loro città, nell'attuale realtà del terrorismo.
Esprimiamo la nostra solidarietà a tutti i familiari in lutto ed a coloro rimasti feriti in questa terribile tragedia.
Potevamo aspettarcelo, forse, che i terroristi avrebbero colto l'opportunità dell'incontro del G8 in Scozia per attuare il loro barbaro attacco. Era ovvio che le attenzioni e l'impegno delle forze di sicurezza e dell'intelligence sarebbe stati deviati dalla capitale verso la Scozia.
E' altrettanto evidente che non possiamo vincere una "guerra al terrorismo" con metodi militari. L'invasione dell'Iraq e dell'Afghanistan non sono servite a proteggere noi o altri; al contrario, hanno aumentato le probabilità di attacchi. Qual è dunque la risposta a questo feroce antagonismo?
Esiste una sola via, ossia dobbiamo cercare le cause del terrorismo. Ce ne sono diverse, ma la principale sta nell'odio tetro generatosi in milioni di persone nei paesi più poveri del modo per il senso di ingiustizia, irrilevanza e disperazione persistenti. Non hanno alcuna speranza, alcun progetto per la vita, e sono pronti per la chiamata fanatica per "la guerra all'Occidente" dei terroristi fondamentalisti "professionali" conosciuti come Al-Quaeda. Quelli che, per ironia della sorte, furono addestrati dalla CIA per combattere i Russi in Afghanistan, ora si rivoltano ai loro mentori.
Soltanto la giustizia condurrà alla pace e alla fine del terrorismo in questo mondo. Londra è stata attaccata a causa dell'invasione britannica dell'Iraq, con gli Stati Uniti, e perché il summit di Gleneagles, l'incontro dei leader delle otto nazioni più ricche, rappresenta tutto quanto milioni di persone in Oriente e in Medio Oriente detestano - l'arrogante dominio e usurpazione di potere dell'elite ricca, i quali vivono nell'illusione di essere i governanti naturali del mondo.
La loro fase di dominio sta giungendo alla fine. La voce del popolo di ogni nazione si fa sentire, esigendo giustizia. Ed è a loro rischio che i possenti leader fanno orecchio da mercante a una tale voce collettiva.
Papa Giovanni Paolo II (1920 - 2005)
di Benjamin Creme
Un miliardo di cattolici, come pure molte persone di altre fedi o senza una religione, piangono la morte del Papa più celebre dai tempi di Papa Giovanni XXIII.
C'è una grande differenza fra questi due beneficiari del trono di S. Pietro: il primo, Giovanni XXIII (1881 - 1963: Anima 6; Personalità: 2 (6); Mentale: 4 (1); Astrale: 6 (2); Fisico: 3 (7) iniziato di grado 2.0), un rivoluzionario, un liberatore, allentò la morsa dell'autorità e infallibilità d'una chiesa di duemila anni d'età; il secondo, Giovanni Paolo II, risolutamente rivolto nella direzione opposta. Pochi Papi hanno saputo reclamare con tanto vigore l'autocratico diritto di dettar legge e formulare regole di vita per così tanta gente. Da ciò ne consegue la moderatezza con cui la congregazione e il collegio hanno accompagnato la sua palese popolarità fino alla fine.
Il segreto, credo, risieda nel fatto che Giovani Paolo II era un attore perfetto. Dopo aver iniziato in giovane età a lavorare come attore, ha conquistato celebrità nel suo pontificato, rendendo di fatto il Papa, capo della Chiesa cattolica, visibile. A differenza dei suoi predecessori, egli ha operato apertamente e con ampi gesti, davanti a milioni di individui su scala mondiale. In un'era di dominazione mediatica, ha saputo dominare i media e i suoi ammiratori lo apprezzavano per questo.
Dal nostro punto di vista, l'aspetto più significativo di questo suo notevole vissuto è che dal 1984, Papa Giovanni Paolo II e stato mentalmente ispirato dal Maestro Gesù (che da allora vive a Roma). Ne deriva il suo saldo sostegno per i diritti umani, l'impegno in difesa della cancellazione dei debiti ai paesi poveri e per un mondo più equo per tutti. E per questo suo impegno di patrocinante, milioni lo hanno amato, nonostante i suoi pareri autocratici verso la sessualità e altre tematiche. Più che il Papa, essi amavano piuttosto l'uomo. Se i piani fossero andati come da programma, Giovanni Paolo II sarebbe stato l'ultimo Papa. Secondo il piano, al momento opportuno, il trono di S. Pietro verrà rilevato dal Maestro Gesù.
Domande e risposte sul tema:
D: Credo che in futuro il Maestro Gesù diverrà il Papa della Chiesa cristiana e che inizierà, allora, il vero Pontificato.
R.: Il Maestro Gesù non diverrà il Papa della Chiesa cristiana in futuro. Egli però, "rileverà il trono di S. Pietro" e avrà così inizio la vera Successione Apostolica - una situazione assai diversa. Il Maestro Gesù guiderà tutte le Chiese Cristiane, quando saranno state purificate da dottrine e da dogmi, opera degli uomini appartenenti a questi gruppi.
D: Una volta che il mondo, per ispirazione del Maestri, dai vecchi dogmi attuali avrà realizzato una nuova religione globale, che ne sarà del posto di Pontefice così come concepito oggi?
R: La mansione di Papa o Pontefice risulterà superflua. Il Maestro Gesù si assumerà l'incarico per tutti i gruppi cristiani.
D: Vi sarà sempre un Maestro, per così dire a capo della religione mondiale?
R: Sì.
D: Mentre milioni di cattolici hanno tenuto una veglia e pregato per il Papa, prima e dopo la sua morte, vi è stata una benedizione da parte di Maitreya o del Maestro Gesù?
R: Sì, essi hanno ricevuto una benedizione dal Maestro Gesù.
Struttura dei raggi di Giovanni Paolo II: Anima 6; Personalità: 6 (sotto-raggio 6); Mentale: 6 (4); Astrale: 6 (6); Fisico: 7 (3); iniziato di grado 1.6.
(Informazioni riguardo ai 7 raggi si possono trovare in "Letture" negli Insegnamenti dell'Eterna Saggezza, Ndr).
Yasser Arafat, 1929-2004
di Benjamin Creme
Un grande uomo del nostro tempo è spirato. Grande, e tuttavia bistrattato dai suoi nemici e mal compreso perfino dai suoi amici. Era un uomo di visione, di un coraggio e un ottimismo straordinari, per quasi mezzo secolo fonte d'ispirazione e figura paterna dell'oppresso popolo palestinese.
Per decenni è stato il bersaglio dell'astio implacabile di Ariel Sharon, mentre la macchina propagandistica israeliana l'ha accusato di ogni sorta di errori, misfatti, e di aver mal gestito le opportunità di pace. Le denigrazioni lasciano il segno, e persino i suoi amici di un tempo lo consideravano come un presidente "manchevole": Arafat non era niente di tutto ciò.
Venne invitato e assistette, come pure re Hussein di Giordania, all'incontro organizzato da Maitreya con più di 300 persone a Londra, durato tre giorni nell'aprile del 1990. Da allora, lavorò sotto l'immediata ispirazione e guida di Maitreya che, a più riprese, gli disse di non accettare un accordo, se ingiusto. Tutti gli accordi proposti erano ingiusti e in quanto tali non sarebbero durati nel tempo.
Vorrei citare un paragrafo dall'articolo del mio Maestro, apparso in Share International nel maggio 2002, intitolato " L'ora della decisione":
Israele, indotto nel frattempo all'azione dagli attentati suicidi, reagisce come di consueto in modo eccessivo, usando "la guerra contro il terrorismo" come pretesto per imporre la propria volontà. I dirigenti e l'esercito d'Israele non dovrebbero essere fieri delle persecuzioni e umiliazioni, sfacciatamente imposte a Yasser Arafat. Il popolo d'Israele, più d'ogni altro, dovrebbe capire l'agonia degli oppressi.
Risposte di Benjamin Creme alle domande dei lettori
D: Potrebbe fornirci la struttura dei raggi e il grado di evoluzione di Yasser Arafat (1929-2004), Presidente dell'Autorità Palestinese?
R: Anima: 6; Personalità: 4 (sotto-raggio 6); Mentale: 1 (sotto-raggio 4); Astrale 6 (sotto-raggio 6); Fisico: 3 (sotto-raggio 7). Grado di evoluzione 2.4
In termini di sviluppo spirituale Yasser Arafat era equiparabile all' ex-presidente americano John F. Kennedy (grado di evoluzione 2.4).
(Informazioni riguardo ai 7 raggi si possono trovare in "Letture" negli Insegnamenti dell'Eterna Saggezza , Ndr).
D: Yasser Arafat è stato avvelenato?
R: No, Arafat è morto di crepacuore.
D: Fu sconsiderato da parte di Yasser Arafat non accettare il piano di pace proposto dall'ex Presidente israeliano Ehud Barak?
R: No, in quanto il piano non era né giusto né equo. Barak dichiarò che veniva offerto ai Palestinesi il 90% dei territori della Cisgiordania, mentre, di fatto, l'offerta ne includeva il 42% più la Striscia di Gaza. Inoltre, la Cisgiordania era già coperta da insediamenti israeliani, ognuno dei quali sarebbe stato difeso da un presidio militare. Le strade che collegano gli insediamenti avrebbero, di conseguenza, permesso degli spostamenti rapidi all'esercito israeliano, tagliando perciò le zone cosiddette palestinesi in parti isolate fra loro. Questo piano fu presentato come "particolarmente generoso", "forse troppo generoso", dalla macchina propagandistica israeliana. Di fatto si trattava di un simulacro di giustizia. (da Share International, marzo 2003).
D: Si é detto che il presidente Arafat ha mantenuto il morale ad alti livelli durante tutta la durata dell'assedio. Il suo medico l'ha visitato e l'ha dichiarato in buona salute nonostante lo stress terribile a cui era sottoposto, considerata la sua età.
(1) Maitreya ha procurato una particolare benedizione protettrice al Presidente e ai suoi colleghi assediati nel quartier generale di Ramallah?
(2) Maitreya ha avuto ulteriori contatti con il presidente Arafat dal 1988?
(3) Maitreya è apparso recentemente al presidente? (Share International, giugno 2002).
R: (1) Sì. (2) Sì. (3) Sì.
"La Pace degli impavidi"
Lasciamo che il grande e buon Yasser Arafat si esprima di persona:
Nel febbraio 2002, una dichiarazione di Arafat intitolata "Voglio parlare di pace" è stata pubblicata sul New York Times. Eccone qualche estratto:
"... Noi auspichiamo una vera indipendenza e una completa sovranità: il diritto di controllare il nostro proprio spazio aereo, le risorse idriche e le frontiere; il diritto di sviluppare la nostra propria economia, di intraprendere normali relazioni commerciali con i nostri vicini e di viaggiare liberamente. In sintesi, ricerchiamo solamente ciò di cui il mondo libero oggi gioisce e che Israele pretende per se stesso: il diritto di controllare il nostro proprio destino e di prendere il nostro spazio in seno alle nazioni libere ..."
"La pace non è un accordo firmato fra individui — significa riconciliazione fra popoli. Due popoli non possono riconciliarsi se uno domanda il controllo sull'altro, se uno si rifiuta di trattare l'altro come interlocutore di pace, quando uno usa la logica del potere piuttosto che il potere della logica. Israele non ha ancora compreso che non vi può essere pace mentre viene negata la giustizia. Fintantoché l'occupazione dei territori palestinesi continuerà, fintantoché ai Palestinesi sarà negata la libertà, il cammino verso la "pace degli impavidi", nel quale mi ero ingaggiato col mio defunto interlocutore Isaac Rabin, sarà cosparso di ostacoli..."
I Palestinesi hanno una visione di pace: è una pace basata sulla fine completa dell'occupazione e sul ritorno alle frontiere d'Israele del 1967, la condivisione di tutta Gerusalemme quale città aperta e capitale di due stati, Palestina e Israele. Si tratta di una pace calorosa fra due stati uguali che godono reciprocamente di una cooperazione economica e sociale benefica.
Nonostante la brutale repressione dei Palestinesi durante i passati quattro decenni, credo che quando Israele considererà i Palestinesi come simili, e non come popolo assoggettato sul quale può imporre la sua volontà, una tale visione potrà avverarsi. E deve avverarsi.
I Palestinesi sono pronti a porre fine al conflitto. Siamo pronti a sederci a un tavolo, ora, con qualsiasi dirigente israeliano, a prescindere dal suo trascorso, per negoziare la pace per i Palestinesi, la completa fine dell'occupazione, la sicurezza per Israele e soluzioni creative per porre fine alla situazione penosa riguardo ai rifugiati, nel rispetto dei problemi demografici d'Israele.
Ma ci siederemo a un tavolo di negoziazione solo come uguali e non da umili richiedenti, quali partner e non da assoggettati, quali cercatori di una soluzione di pace equa e non da nazione sconfitta, riconoscente di raccogliere qualsiasi brandello le venga lanciato.
In quanto, malgrado l'opprimente vantaggio militare d'Israele, noi possediamo qualcosa di ancor più grande: la potenza della giustizia. (Fonte: The New York Times, USA).