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La voce del popolo

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2007

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La voce del popolo

In questa sezione Share International mette in evidenzia il potere del popolo, che continuerà ad ampliarsi fino a che, con la saggia conduzione di Maitreya, i popoli indurranno i loro leader alla creazione di una società giusta, nella quale saranno riconosciuti e soddisfatti i diritti e i bisogni di tutti. In questa rubrica è tradotta in italiano una parte delle notizie pubblicate in inglese.

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L'opinione pubblica auspica un ONU più forte

Secondo un sondaggio dell'Istituto dell'opinione pubblica mondiale (WPO) e del comitato di esperti del "Chicago Council" per gli affari mondiali, l'opinione pubblica mondiale è a favore di un rafforzamento del potere dell'ONU, di una forza permanente per il mantenimento della pace, di un diritto di controllo sulla vendita di armi e di un più forte controllo dei casi di violazione dei diritti umani.

"Siamo stati piuttosto sorpresi nel constatare la convergenza di tutti i risultati", precisa Steven Kull, direttore del programma sulle opinioni politiche internazionali , in relazione con il WPO e l'Università del Maryland.

Kull, che è anche redattore per il WorldPublicOpinion.org, spiega che dal sondaggio emerge che tutti i popoli del pianeta sono più aperti ad un'azione multilaterale dei rispettivi governi.

"Mentre i dirigenti esitano a dare più potere alle Nazioni Unite, è chiaro che l'opinione pubblica mondiale accetta l'idea di un ONU più forte.

In particolare l'idea di una forza permanente di mantenimento per la pace è sostenuta dal 77% dei Peruviani, 74% dei Francesi, 72% degli Americani. Il controllo del commercio di armi ha il sostegno del 77% dei Francesi, 75% dei Sud-Coreani e 60% degli Americani e Israeliani, mentre il 92% dei Francesi, 75% degli Americani e 74% dei Sud-Coreani considera che le Nazioni Unite dovrebbero essere autorizzate a indagare in caso di violazione dei diritti umani. Molta gente pensa che il Consiglio di Sicurezza dovrebbe essere autorizzato ad usare la forza per difendere una nazione attaccata.

(Fonte: www.le.monde.fr, France; www.worldpublicopinion.org)

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Manifestazioni negli Stati Uniti contro il surriscaldamento climatico

Più di 1400 manifestazioni e altre azioni pubbliche si sono svolte nell'insieme degli Stati Uniti il 14 aprile 2007, in occasione di una giornata nazionale di azione per il clima, organizzata nell'ambito della campagna "Step It Up 2007".

Dei partecipanti hanno effettuato una discesa con gli sci da un ghiacciaio del Wyoming in via di scioglimento, altri si sono tuffati da una scogliera corallina al largo di Florida Keys. Nel Vermont i partecipanti hanno mangiato delle frittelle per mostrare che il cambiamento climatico potrebbe colpire la produzione di sciroppo d'acero. A New York centinaia di manifestanti hanno formato una catena umana a Lower Manhattan per marcare il luogo dove potrebbe trovarsi la linea costiera (a vari isolati all'interno delle terre), in seguito all'innalzamento del livello del mare; la stessa cosa è stata fatta a Jacksonville (Florida), dove una barca è stata issata a 6 metri di altezza davanti allo stadio Alltel. A San Francisco dei manifestanti hanno guidato dei veicoli non inquinanti riempiti di orsi polari in peluche fino ad un rivenditore di auto sportive, per mostrare che l'innalzamento delle temperature potrebbe distruggere l'habitat dell'orso polare, e migliaia di persone hanno assistito alle manifestazioni. Il documentario di Al Gore "Una scomoda verità" è stato proiettato in numerosi luoghi.

Descritta come la più vasta manifestazione americana in favore dell'ambiente dalla Giornata della Terra del 1970, questa giornata fu programmata in modo che precedesse il primo dibattito che abbia mai avuto luogo sull'ambiente al Consiglio di Sicurezza dell'ONU. La campagna chiama il Congresso a votare una legge che esiga una riduzione dell'80% delle emissioni di diossido di carbonio negli Stati Uniti entro il 2050. Un'altra manifestazione nazionale in favore del clima è prevista negli Stati Uniti nell'agosto 2007.

(Fonte: Inter Press Service, Associated Press, www.stepitup2007.com, USA)

giugno 2007

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Marce per la pace in Gran Bretagna

Secondo la coalizione "Stop the War" (Stop alla guerra) l'enorme manifestazione per la pace svoltasi a Londra il 24 febbraio 2007 si è rivelata "una delle più vive e con più partecipanti dall'invasione dell'Iraq 4 anni fa". Lo stesso giorno a Glasgow, Scozia, si è svolto un corteo per la pace con 2000 manifestanti.

Sebbene le autorità abbiano minimizzato l'avvenimento londinese (la polizia aveva recensito 2-3000 partecipanti alla partenza) gli organizzatori indicano ca. 100'000 manifestanti. Il Maestro di Benjamin Creme ha confermato una cifra di ca. 95'000 persone.

La folla colorata e vivace era di ogni età: alcuni portavano grandi striscioni di stoffa ricamati, mentre altri recavano manifesti più piccoli scritti a mano col proprio messaggio. Sebbene il punto centrale di questo avvenimento fosse un appello al ritiro delle truppe dall'Iraq, nonché una protesta contro i piani di rimpiazzo del sistema di missili Trident, molte persone esibivano sui loro striscioni più ampie esigenze di pace e giustizia, o contro l'attacco all'Iran. Numerosi striscioni inneggiavano a giustizia e libertà per i Palestinesi.

Vista la moltitudine di partecipanti, mentre la folla si riuniva a Trafalgar Square per ascoltare i primi discorsi, altri erano ancora al punto iniziale del corteo.

Tony Blenn, uomo politico e militante per la pace, ha pronunciato un discorso di coesione:

"Amici miei, chi siamo? Rappresentiamo tutti i partiti politici britannici. Rappresentiamo ebrei, cristiani, musulmani e buddisti. Rappresentiamo la maggioranza del popolo americano che ha votato contro Bush. Rappresentiamo la schiacciante maggioranza del mondo che si oppone a queste guerre. (…)

Non siamo disposti ad accettare che il primo ministro dichiari di voler sviluppare delle armi di distruzione di massa. Egli vuole che la Gran Bretagna costruisca più armi di distruzione di massa, in un mondo che ha disperatamente bisogno di scuole, ospedali, case per anziani, istituti educativi e di tutte le cose necessarie.

Siamo a Trafalgar Square. A qualche passo da qui si trova il Parlamento, ed esigiamo che tutti i parlamentari ascoltino quanto diciamo oggi. Sono stato a Trafalgar Square molte volte nella mia vita. Ci sono venuto più di 50 anni fa per esprimermi sulla crisi di Suez, poi nel 1964, quando un uomo molto noto è stato condannato a vita: Nelson Mandela. Ho parlato qui quando Franco era un leader fascista in Spagna. Le donne si sono espresse qui per il diritto di voto, come pure i sindacati e gli Irlandesi.

Noi siamo la voce di domani e mi complimento con tutti quanti sono giunti qui, perché ritengo che l'ampiezza di questa manifestazione attesti quanto la nostra voce non è una di quelle che il governo o il Parlamento osano ignorare."

(Fonte: www.bbc.co.uk, www.stopwar.org.uk)

aprile 2007

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Sito web attivista globale lancia la sua prima campagna

Avaaz.org, un nuovo sito attivista on-line, ha lanciato la sua campagna inaugurale: un appello al risveglio rivolto ai leader mondiali sui cambiamenti climatici.

Annunci televisivi diffusi in febbraio 2007 a Parigi, Berlino, Washington DC e Delhi, mostrano George Bush, Vladimir Putin e Jacques Chirac a letto addormentati, mentre inondazioni, incendi e altri disastri naturali infuriano nel mondo esterno. Una voce commenta: "il riscaldamento globale è una realtà ma i nostri leader semplicemente non vogliono svegliarsi. Ora avete modo di far suonare l'allarme. Andate al sito di Avaaz.org per inviare al vostro leader un appello al risveglio".

Cittadini di ogni Paese sono invitati a firmare la richiesta comune on-line, affinché i leader mondiali si impegnino per una netta diminuzione delle emissioni di gas a effetto serra, così da evitare un cambiamento climatico catastrofico.

"L'opinione pubblica globale è stata definita la nuova super-potenza, ma persiste un enorme abisso tra il mondo che la maggior parte della gente auspica e il mondo che abbiamo attualmente", ha dichiarato Ricken Patel, direttore canadese-britannico di Avaaz. "L'inerzia vigente rispetto al cambiamento climatico è un esempio lampante di questo abisso, e Avaaz.org si impegnerà per colmarlo".

Avaaz, che significa "voce" o "canzone" in varie lingue asiatiche, conta già 900'000 membri in 198 stati. Ispirata dal successo dell'organizzazione americana MoveOn, per influenzare il dialogo politico e sostenere i candidati politici progressisti, Avaaz è stata fondata per assicurare che le opinioni e i valori dei cittadini del mondo, e non solo quelle di potenti mediatori e di compagnie internazionali, convergano nelle decisioni globali.

Il suo scopo fondamentale è di creare un mondo più giusto e pacifico.

(Fonte: www.avaaz.org  The Indipendent, UK).

marzo 2007

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Reazioni su scala mondiale per chiedere la chiusura di Guantanamo

L'11 gennaio 2007 proteste in tutto il mondo hanno marcato il quinto anniversario della detenzione di prigionieri della prima "guerra al terrore", nel noto centro carcerario americano di Guantanamo Bay a Cuba.

A Cuba stessa manifestanti si sono riuniti alle porte del carcere; tra loro c'era anche l'ex-prigioniero inglese Asif Iqbal, rilasciato senza accuse dopo due anni e mezzo, e parenti di detenuti comuni, inclusa la veterana attivista statunitense Cindy Sheelan, il cui figlio soldato fu ucciso in Iraq. Zohra Zewawi, madre del detenuto britannico Omar Deghayes, ha espresso la sua terribile pena di essere così vicina a lui senza poterlo vedere.

Attraverso il mondo si sono levate voci contro il centro di detenzione. Il neo-nominato segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon ha ripetuto durante la sua prima conferenza gli appelli del suo predecessore Kofi Annan, per la sua chiusura.

In paesi lontani come Australia, Ungheria e Grecia, i manifestanti hanno vestito tute arancioni come quelle indossate dai detenuti di Guantanamo.

Dimostranti inglesi hanno consegnato una torta di compleanno alla ditta Hiatt di Birmingham, che confeziona catene e manette per la prigione. A Londra manifestanti vestiti di arancione e incatenati, hanno dimostrato con le mani sulla testa e una benda sugli occhi, davanti all'Ambasciata degli Stati Uniti a Londra. Non lontano altri manifestanti hanno messo in scena una veglia illuminata da candele davanti alla residenza del Primo Ministro a Downing Street.

Anas el-Banna, un bambino di 10 anni, ha consegnato la sua quarta lettera a Tony Blair a Downing Street, per l'anniversario dell'incarcerazione di suo padre senza processo; Jamil el-Banna (residente inglese e padre di 5 figli) fu fermato e consegnato ai militari statunitensi durante un viaggio d'affari in Ghana. La lettera di Anas chiedeva: "Vorrei sapere se a M. Blair importa dopo 4 anni. Nessuno sa cosa significa stare 4 anni senza un padre, ed è ancora vivo? Solo Dio lo sa."

A Washington centinaia di persone vestite di tute arancioni o uniformi militari, alcuni con nastri adesivi neri sulla bocca o mostrando nomi di detenuti, si sono riuniti malgrado le temperature glaciali, sugli scalini della Corte Suprema per mettere in scena teatri politici e tenere discorsi. "Guantanamo ha portato vergogna alla nostra nazione" ha detto Lamy Cox, direttore esecutivo di Amnesty International. "Non c'è evidenza che ora siamo più al sicuro, ma c'è un'evidenza crescente che l'autorità morale degli Stati Uniti ha subito un severo calo.

Altrove nella città 100 dimostranti sono stati arrestati in un tribunale per aver brandito striscioni e indossato magliette con slogan "Stop alla tortura" e "Chiudete Guantanamo".

Nel corso della stessa settimana Charles D. Stimson, alto ufficiale del Pentagono responsabile dei detenuti militari sospettati di terrorismo, ha criticato i grandi studi legali americani che hanno difeso detenuti a Guantanamo e ha chiesto alle ditte loro clienti di boicottarli. Il suo atteggiamento ha trovato eco in Robert L. Pollock del "Wall Street Journal", che ha pubblicato i nomi di questi studi legali e ha esortato i dirigenti delle imprese a metterli sotto pressione, affinché "scelgano tra attività lucrative e la difesa di terroristi".

Questi propostiti sono stati condannati come "repellenti" da membri della professione legale americana. "Gli avvocati rappresentano le persone nei casi criminali per adempiere la difesa di un valore essenziale per l'America: il trattamento equo di tutte le persone davanti alla legge", ha detto Karen J. Mathis, presidente dell'Associazione giuridica americana. "Contestare quelli che stanno effettuando questo antico lavoro, per di più su base volontaria, è profondamente offensivo verso i membri della professione legale e, speriamo, verso tutti gli Americani." Il senatore Patrick J. Leahy, presidente del Comitato giudiziario, ha chiesto al presidente Bush di respingere qualsiasi sostegno a questi commenti.

Malgrado gli appelli per la sua chiusura, l'esercito americano prevede di estendere l'area del centro di Guantanamo, con una nuova struttura da 125 milioni di dollari, per poter tenere processi simultanei da metà 2008. Ma il Congresso ha annunciato un'inchiesta. "La nuova maggioranza democratica ha la ferma intenzione di sorvegliare strettamente queste questioni e di ottenere delle risposte sulle pratiche di detenzione dell'amministrazione", ha detto Steny Hoyer, leader di maggioranza del Congresso. "L'amministrazione ha detto di sperare di chiudere il centro, un obiettivo che condivido."

Attualmente ca. 430 persone sono detenute a Guantanamo, incluse alcune recentemente trasferitevi da carceri segrete della CIA. Nei 5 anni della sua funzione solo 10 detenuti sono stati accusati di crimini, e solo altri 70 sono in attesa di esserlo, secondo la nuova legge americana sul terrorismo. 14 prigionieri stanno tenendo uno sciopero della fame, di cui 5 sono nutriti a forza secondo i protocolli militari americani.

L'ex-detenuto britannico Moazzam Begg ha detto, durante le proteste, che il silenzio di Tony Blair fa di lui un "complice criminale" degli Stati Uniti. "Il più grande travisamento della giustizia a Guantanamo Bay, non sono le percosse, la tortura, le ingiurie e l'impossibilità di comunicare con la famiglia", ha detto, "è il limbo illegale in cui rimani, senza sapere quando sarai accusato, quando o se verrai rilasciato e per quale crimine sei accusato, per il quale hai meritato 5 anni nella più nota prigione del mondo."

(Fonte: BBC News, The Independent, UK; MSNBC, The New York Times, USA; commondreams.org)

gennaio 2007

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